ALLESTIMENTO PRESSO SILVY BASSANESE

Spazio abitato da parole di fiabesche speranze; o graffianti, incise con un pennino che scava nella voragine del mondo interiore; luogo privo di luogo, lambito da sensazioni ed emozioni indefinite e misteriose, come la nostra origine, la luce delle stelle, la gioia della nostra impronta e il dolore che ne accompagna il cammino.

Senza Stella Polare: così gli amanti si abbracciano alla ricerca dell’eternità, quasi, di questa vita scritta su carta velina, benché basti una manciata di polvere per mostrarci la paura.

Sssh… silenzio, per non essere percepiti, né percepire; ma in fine ci si percepisce. Drammaticamente proiettati in un infinito sconosciuto. “Il silenzio è l’infinito. Non ha volto” (Dickinson).

Il silenzio cela poesia; afflato dal desiderante respiro, sguardo ma, cosa cerca lo sguardo, se non un’unica parola silenziosa, intensa, o forse un gesto, per amare ed essere amati.

Scrivere poeticamente e dipingere per vedere le cose nel modo più oscuro ma più semplice, nella loro nudità, nella loro caducità; la risacca tornerà a ricomporre lo spazio nel tempo senza di me, nei secoli dei secoli. Ci rimane la strada di ieri, anche un albero può nutrirci con una carezza.

Nel corpo la passione che reprime l’anima: scendere, amando, nel sangue più antico; un unico sangue che scorse in ogni rivolo della Terra, dalla cima dei monti agli sconfinati mari, un sangue che generò il Nero eguale al Bianco: ecce homo, la terra si è spenta.